25 aprile 2021: 76° Anniversario della lotta di Liberazione dal nazifascismo

25 aprile 2021: 76° Anniversario della lotta di Liberazione dal nazifascismo

Dalle ricerche condotte da Pino Nilo sono emersi i nomi di altri tre partigiani marsalesi

Ogni 25 aprile è diverso e uguale. È uguale perché è festa nazionale. E’ la festa da cui deriva tutta la nostra organizzazione democratica fino a oggi: la Costituzione e lo stato democratico. È la festa della Liberazione in cui donne e uomini, partigiane e partigiani, scesero dalle montagne e dalle colline ed entrarono nelle città e le liberarono dalla presenza nazifascista.

L’ossario del Cimitero di Gorizia. Nel particolare si legge il nome del nostro concittadino Antonino Marino. Per le foto si ringrazia il Comune di Gorizia

Questo 76° anniversario dalla Liberazione non possiamo, giustamente, celebrarlo a causa del coronavirus e quindi essere presenti nelle piazze, fare i nostri cortei.

Tuttavia questo virus che mette in ginocchio il nostro Paese (oltre 100.000 i deceduti in Italia) e il mondo intero, non potrà cancellerà la memoria del sacrificio dei tanti partigiani e partigiane che hanno anteposto l’amore per la democrazia e della libertà alla propria vita.

Dunque, questo 25 aprile rischia di passare inosservato.

Perché questi giorni di quarantena sono tutti uguali e anche un giorno importante come la Festa della Liberazione rischia di essere considerato un giorno come un altro, così come peraltro alcuni vorrebbero.

Ma il 25 aprile non è un giorno come un altro, anche se non possiamo festeggiarlo degnamente, Non è un giorno come un altro perché è la Festa Nazionale per eccellenza, il ricordo della liberazione dal giogo nazifascista che tanta sofferenza ha portato in Italia, con le leggi razziali, con una guerra all’insegna della presunta superiorità di una “razza” su un’altra, con l’oppressione di alcuni esseri umani su altri esseri umani, con lo sterminio attuato nei campi di concentramento, le persecuzioni, le rappresaglie, gli eccidi, anche sul territorio italiano.

Sono passati 76 anni e le testimonianze dirette sono sempre meno, ma non dobbiamo dimenticare mai quello che è successo. E’ con la Liberazione che abbiamo ottenuto il diritto di poter manifestare il proprio pensiero, di abbracciare una religione o un’altra, di votare chi si vuole, di essere davvero liberi, senza discriminazioni di alcuna natura e senza il pericolo di essere imprigionati o uccisi per quello che diciamo o pensiamo.

Il 25 aprile è sempre da festeggiare con gioia e con orgoglio, perché non è il semplice ricordo di un qualche avvenimento del passato. E’ una data concreta, una pietra miliare per tutti, perché è quella che ci permette di essere davvero liberi, di non vivere in una dittatura, di aver potuto costruire una Repubblica fondata su una costituzione nata con la collaborazione di tutti.

Proprio per questo è la festa di tutti gli italiani, una festa che dovrebbe unire tutta la nazione perché è la base della nostra convivenza civile. Da tempo si cerca di far passare questa festa come una divisione tra fazioni, distorcendone il significato, manipolando i fatti della storia, invece è un giorno in cui tutti siamo uniti, così come erano uniti i partigiani e tutti coloro che hanno resistito al fascismo. Tante persone, anche ragazzi giovanissimi, contadini e studenti, intellettuali e operai, di diverse idee politiche, si sono uniti alla Resistenza con un unico scopo comune: liberare l’Italia dalla dittatura e renderla il Paese libero in cui viviamo. Per questo hanno lottato strenuamente, sacrificando le loro vite per un ideale comune di libertà.

“Sentir dire che il fascismo ebbe alcuni meriti ma fece due gravi errori: le leggi razziali e l’entrata in guerra, è un’affermazione gravemente sbagliata e inaccettabile, da respingere con determinazione. Razzismo e guerra non furono deviazioni o episodi rispetto al modo di pensare del fascismo, ma diretta e inevitabile conseguenza.” Questo il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Fra questi molti siciliani. Più di 120 i marsalesi che hanno partecipato alla lotta di liberazione fra questi 21 i caduti 18 dei quali ricordati già nella lapide posta in largo San Gerolamo che ora voglio qui ricordare:

Vincenzo Alagna – Francesca Alongi – Bice Cerè – Manlio Chirco – Giuseppe Chirco – Antonio Cialona – Cosimo Cirobisi – Antonino Di Giovanni – Angelo Ferro – Giovanni Figlioli – Leonardo Fortunato – Mario Gandolfo – Vito Pellegrino – Ernesto Pomilia – Lorenzo Prato – Francesca Rallo – Tonino Florio Sansone – Salvatore Zerilli.

Quest’anno un’altra lapide dovrebbe essere posta accanto a quella esistente che ricorda altri 3 partigiani marsalesi caduti di cui ritengo doveroso dare notizia.

CURRO’ Giuseppe di Giacomo e Sparla Maria Nato a Marsala 25 Ottobre 1925 Residente a Genova , 5a Elementare – Meccanico; Partigiano nome di battaglia “Davide” caduto in combattimento il 21 Aprile1945 a Borgo Fornari – Montoggio (GE).

MARINO Antonio di Andrea (Contadino) e Scalia Girolama Nato a Marsala in C.da Bambina il 5 Aprile 1919; Il 2 gennaio 1945 a Gorizia vennero fucilati cinque prigionieri. Secondo la versione ufficiale tedesca l’esecuzione fu decisa in seguito a due attentati avvenuti tra il 26 e 27 dicembre 1944 sulla strada Gorizia – San Pietro nei quali erano rimasti uccisi un soldato germanico ed un milite italiano mentre un altro appartenente alla milizia era rimasto ferito. L’esecuzione non fu pubblica, ma venne comunicata a mezzo stampa una volta eseguita la sentenza affermando che i condannati erano elementi «criminosi, da lungo tempo banditi di propria iniziativa che si erano resi responsabili in passato di assalti e atti di sabotaggio». Molto probabilmente l’esecuzione avvenne nel Castello di Gorizia. (Corrispondenza con Comune di Gorizia).

Con la presente si comunica che i resti del defunto partigiano Marino Antonio, dopo essere stati esumati dal campo “III dx”, luogo di precedente sepoltura, sono stati tumulati nella “Tomba Partigiani Italiani” situata nel “parco II dx” del cimitero centrale; questa fa parte della lista delle tombe e monumenti “Caduti e Benemeriti”.  Non è stato invece trovato alcun atto di morte nei decennali dei registri dello Stato Civile.Si allegano fotografie relative al luogo di sepoltura).

GIACALONE Pietro Marsala 30 .11. 1912 Agente di P.S. Caduto combattendo contro i nazisti durante le Quattro Giornate di Napoli. Cadde il 30 Settembre combattendo contro i nazisti durante le Quattro Giornate di Napoli. Dopo l’armistizio dell’8 Settembre 1943 e lo sbarco Alleato a Salerno, Napoli era diventata una retrovia del fronte. Le sopraffazioni dei tedeschi nei confronti della popolazione civile e dei soldati italiani fatti prigionieri erano diventate sempre più pesanti, contribuendo ad alzare la tensione. Quando il 26 Settembre i tedeschi emanarono un bando per l’arruolamento forzato dei civili, la rivolta esplose, coinvolgendo civili, militari e uomini delle Forze dell’Ordine contro le truppe tedesche. Nelle giornate tra il 27 ed il 30 Settembre militari e civili italiani si batterono a Napoli  contro le truppe tedesche costringendole a negoziare la ritirata ed a liberare i prigionieri italiani catturati. Le cifre esatte degli insorti e dei civili napoletani caduti durante le Quattro Giornate di Napoli sono tuttora oggetto di discussione tra gli storici. E’ però comunemente accettato che le perdite superino le centinaia di vittime.

L a sua salma giace nella Cappella Votiva del Cimitero di Marsala.

W l’Italia – W la Resistenza- W il 25 aprile

Giuseppe Nilo
Presidente ANPI Sezione Marsala