Sono molti i marsalesi che frequentano il nostro bel lungomare, dal porto sino a Salinella, per correre, camminare o semplicemente passeggiare, da soli o a gruppetti (nell’auspicabile rispetto delle prescrizioni anticovid). In effetti è un percorso che attira perché offre aria pulita, panorami spettacolari e spazi ove potersi fermare e sostare ad ammirare la vista delle Egadi.
Uno di questi è la piazzola semicircolare da cui si scende alle “Due Rocche” (uno dei luoghi del cuore per molti marsalesi); quella in cui è posta una colonna al centro, fra la curva con spartitraffico e il “Ferro di Cavallo”.
Numerosi cittadini ci hanno segnalato che da qualche tempo questa piazzola, ed in modo particolare il lato che guarda verso lo spartitraffico, desta preoccupazione per un imminente rischio di crollo.
In effetti, come si può vedere dalle foto, il terrapieno sul quale venne realizzata a suo tempo la piazzola, costituito da materiali sciolti (terra, sfabbricidi e detriti alla rinfusa), a causa del vento e delle mareggiate ha subito una forte erosione, tanto che ormai il margine della piazzola comincia a rimanere sospeso nel vuoto. E’ facile prevedere che tale grave situazione andrà a peggiorare ed il vuoto sotto la piazzola andrà allargandosi ogni volta che le onde ed i forti venti (che a Marsala di certo non mancano) si abbatteranno sulla costa.
Il rischio appare molto alto già da adesso: la zona sospesa nel vuoto è infatti gravata dal peso dello spesso muretto di recinzione sul quale spesso gruppi di persone, intere comitive a volte, si appoggiano o si siedono per sostare, conversare, scattare foto e mangiare un panino godendosi il panorama.
E’ terribile pensare alle conseguenze che potrebbero verificarsi se un crollo dovesse avvenire proprio in uno di quei momenti trascinando, qualche metro più in giù, piazza, muro e persone!
Si rende urgentissimo provvedere, da parte di chi ne ha la responsabilità, alla messa in sicurezza dell’area per evitare che, per qualche ignaro malcapitato, un momento di relax possa tramutarsi in tragedia.
Persone con competenza in materia suggeriscono la realizzazione di un muro di contenimento a gravità, senza uso di cemento ma solo con interventi reversibili, ricorrendo alle tecniche dell’ingegneria naturalistica in modo da raggiungere il risultato di mettere in sicurezza la zona senza causare impatti dannosi con l’ambiente naturale, senza dimenticare che l’area è anche di interesse archeologico.
Allo stesso modo è auspicabile un controllo di tutti gli altri tratti del lungomare esposti alle mareggiate dato che lo stesso fenomeno di erosione è presente in molti altri punti.