“Abbiamo fatto in 2 anni quello che non era stato fatto in dieci”
“Una giornata storica per Agrigento e per i beni culturali della nostra Isola. Questo governo dimostra ancora una volta, con i fatti, quale importanza sia stata attribuita alla manutenzione e alla sicurezza del territorio, nonché alla valorizzazione del patrimonio monumentale attraverso l’impiego adeguato di risorse, competenze e mezzi. Abbiamo fatto in due anni quello che non era stato fatto in dieci”.
Così il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, commentando stamane la consegna dei lavori di consolidamento della collina su cui sorge il Duomo di Agrigento nel corso della conferenza stampa tenutasi nei locali dell’Ufficio del Genio civile di Agrigento. L’obiettivo è quello della stabilizzazione del pendio dopo i numerosi interventi strutturali adottati nei secoli e che non hanno mai contrastato con efficacia il costante processo deformativo che ha interessato il Duomo e l’intera area diocesana della città dei Templi.
“Rafforzare e mettere in piena sicurezza il versante su cui si staglia il Duomo, rimasto chiuso per otto anni – ha aggiunto il governatore Musumeci – vuol dire soprattutto mitigare il rischio e preservare il recupero di quelle strutture già compromesse e che sono state sanate con un primo intervento del costo di circa ottocentomila euro. Quello che parte oggi è quello conclusivo perché mette a riparo il tempio sacro della città, restituendolo in piena sicurezza ai fedeli”.
La Cattedrale di San Gerlando – altro nome del Duomo – venne costruita in fasi successive fra l’XI ed il XII secolo alla sommità del costone che delimita a nord la città e ha subito nel tempo dissesti progressivi. Ora l’ultimo atto con un’opera che verrà realizzata in dieci mesi da un’associazione temporanea di imprese formata da Cospin Srl, Sgromo Costruzioni, Edilap ed Eredi Geraci in ragione di un ribasso del 32,2 per cento. Di tredici milioni e mezzo di euro l’importo di aggiudicazione.
“L’area – spiega Maurizio Croce, direttore della Struttura commissariale contro il dissesto idrogeologico – si è sempre contraddistinta per una forte instabilità a causa di un’ampia fessura che interessa il Duomo e che si estende fino alla chiesa di Sant’Alfonso e in direzione del Museo Diocesano e proprio per questo sarà necessario il disgaggio di ammassi, oltre a misure di tipo idraulico con la realizzazione di fossi e canalette che convoglieranno le acque piovane. Per il consolidamento vero e proprio verranno utilizzati micropali e tiranti su cinque quote differenti”.
“Grazie ad un proficuo lavoro di squadra con l’assessorato regionale del Territorio, il Genio civile di Agrigento e la Struttura commissariale – conclude il presidente Musumeci – conseguiamo un risultato importante com’è quello della tutela di questo edificio normanno, che non è solo un luogo di culto, ma anche testimonianza storica di questa città. Un monumento di immenso valore artistico e grande significato religioso, dopo decenni di sterili discussioni e di promesse non mantenute, ben consapevoli dell’importanza della programmazione e della razionalizzazione delle risorse”.
All’incontro con i giornalisti erano presenti anche l’assessore regionale al Territorio Toto Cordaro, il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè, i presidenti delle commissioni Ambiente e Sanità all’Ars Giusy Savarino e Margherita La Rocca Ruvolo, il direttore dell’Ufficio contro il dissesto idrogeologico Maurizio Croce, l’ingegnere capo del Genio civile di Agrigento Rino La Mendola, don Giuseppe Pontillo, direttore dei Beni ecclesiastici dell’Arcidiocesi di Agrigento.