Riceviamo e pubblichiamo
In riferimento all’articolo pubblicato su alcune testate locali dal titolo «O così o vi licenziate, siamo trattati come carne da macello. Ecco il reparto Covid di Mazara». Messaggio choc di un operatore sanitario inviato all’on. Oddo, il commissario straordinario dell’ Asp di Trapani, Paolo Zappalà, precisa che “il reparto Covid di 30 posti letto realizzato presso l’ospedale di Mazara del Vallo presenta tutti i requisiti strutturali ed organizzativi che consentono di assistere in piena sicurezza i pazienti Covid, con elevati standard di assistenza (sia per la bassa e media intensità che per l’alta intensità di cura). La rigida separazione di specifici percorsi all’interno della struttura (covid e no covid) ha consentito di mantenere attivi e costantemente operativi tutti i servizi clinici dell’ospedale Abele Ajello, non privando la popolazione delle cure per le patologie no Covid”.
Zappalà sottolinea “il grande valore di quanto realizzato, in tempi brevissimi, con la piena collaborazione di colleghi e dipendenti tutti. Particolare attenzione è stata prestata per creare le condizioni migliori per i pazienti, dotando il reparto anche di una rete wifi e di tablet per consentire ai degenti di comunicare con l’esterno e i propri cari. Tutti i posti letto sono dotati della necessaria impiantistica e il reparto è dotato di un impianto centralizzato di gas medicali e ossigeno. Si stigmatizzano pertanto le affermazioni sulle condizioni “a dir poco angoscianti del reparto” e sull’asserita mancanza di ossigeno. Sono affermazioni gravi e prive di fondamento, che rischiano di procurare falsi allarmi nella popolazione e che andrebbero quanto meno verificate prima di essere divulgate”.
Relativamente al personale di assistenza, il manager dell’Asp di Trapani precisa che “attualmente sono in servizio nel reparto Covid 23 infermieri e 19 Operatori socio sanitari, oltre a 2 coordinatori infermieristici. A loro, oltre che ai medici e a tutto il restante personale, va il ringraziamento mio e di tutta l’azienda. L’esperienza di questi ultimi mesi ha messo in evidenza il grande stress e la fatica a cui è sottoposto chi lavora nei reparti Covid di tutta Italia, dove gli operatori lavorano isolati e costretti ad indossare scomodi dispositivi di protezione. Di tutto questo siamo consapevoli. Stiamo quindi potenziando ulteriormente l’organico per consentire un maggior turn over del personale e tempi ridotti di lavoro all’interno del reparto. Inoltre, con il Servizio aziendale di Psicologia stiamo avviando un’attività specifica finalizzata al supporto di quanti operano nel reparto Covid”.