Reperti in mostra e virtual tour
Anche Trapani e Marsala saranno fra le 90 località che hanno previsto iniziative ed eventi in occasione delle Giornata Europea della Cultura Ebraica che ricorre domenica prossima 6 settembre.
La giornata quest’anno ruoterà intorno al tema “Percorsi ebraici”. Per l’occasione, sia a Trapani che a Marsala, saranno in esposizione i reperti che testimoniano il legame storico tra la cultura ebraica e il territorio trapanese e quanto le comunità ebraiche abbiano lasciato nel suo sviluppo artistico e culturale.
Ciò sarà possibile grazie al coinvolgimento del Museo San Rocco, dell’Archivio di Stato, della Biblioteca Fardelliana, del Museo Pepoli e del Museo Baglio Anselmi.
Domenica mattina, alle ore 11.00, in tutti i luoghi coinvolti nell’iniziativa sarà proiettato un video il cui testo è stato redatto da Nicolò Bucaria. La voce narrante sarà quella di Stefania La Via.
All’Archivio di Stato di Trapani sarà possibile vedere i manoscritti e le pergamene ebraiche mentre, presso la Biblioteca Fardelliana, saranno esposti sia atti notarili che manoscritti, tra cui il preziosissimo manoscritto dell’Or haSekel – La luce del’intelletto – del mistico Abraham Abulafia che nel XIII secolo aveva fondato a Messina una scuola di Qabbalah estetica.
Al Museo Regionale Agostino Pepoli di Trapani, saranno in mostra le lapidi sepolcrali mentre, al Museo Archeologico Baglio Anselmi di Marsala, si potranno vedere le antiche lucerne fittili. Al Museo San Rocco verranno proiettati anche le immagini dei Mifgash precedenti.
A causa delle restrizioni necessarie per limitare la diffusione del Covid-19, gli eventi quest’anno si sposteranno per la maggior parte sul web. Sarà possibile effettuare dei virtual tour attraverso cui visitare sinagoghe e musei ebraici di località lontane, ammirare arredi e paramenti sacri. On line anche mappe, gallerie fotografiche e servizi tv realizzati da Sorgente di Vita.
Sia a Trapani che a Marsala erano presenti, in passato, fiorenti comunità ebraiche. “La presenza degli ebrei a Trapani ha dato alla città, nel tempo, tantissimi stimoli culturali ed ha prodotto un luogo simbolo della città: la Giudecca. – spiega Don Liborio Palmeri, direttore del Museo San Rocco. – L’ebraismo fa parte del dialogo importantissimo che il cristianesimo ha avuto con le sue radici. Da tre anni, portiamo avanti questo incontro tra la nostra cultura di oggi e quella del passato che diventa anche un pretesto per dialogare con l’ebraismo di oggi che è di grande vitalità culturale”.
All’organizzazione contribuisce anche Chiara Camarda, studiosa di cultura ebraica che collabora con il Museo San Rocco.“In questi tre anni – spiega Camarda – abbiamo avuto il piacere di avere diversi ospiti, alcuni sono stati qui a Trapani, altri ci hanno raggiunto in video-collegamento. C’è stata un’ottima risposta anche da parte del pubblico che ogni anno segue con piacere ogni tipo di evento: dagli appuntamenti gastronomici a quelli culturali che affrontano i più svariati aspetti della cultura ebraica”.
“Il Museo Pepoli è orgoglioso di partecipare a questa iniziativa che ricorda i valori culturali e le testimonianze della cultura ebraica in Sicilia. – aggiunge l’architetto Roberto Garufi, direttore del Museo Regionale Agostino Pepoli di Trapani – La missione di un museo è proprio quella di essere testimone e tramandare la memoria”. A tal proposito, Garufi ricorda come al Pepoli siano custoditi importanti reperti della Trapani giudaica, comunità tra le più importanti in Sicilia che ha lasciato un segno profondo sulle trame urbane e sulle scelte artistiche della città, a partire dalla lavorazione del corallo, ma anche in attività come la pesca
All’evento prende parte il Museo Archeologico Baglio Anselmi di Marsala. “A Lilibeo c’era un importante comunità ebraica fin dai tempi più antichi. – spiega il direttore Enrico Caruso – Ne abbiamo notizia grazie ai reperti trovati in diverse occasioni sia all’interno della città che nelle catacombe. Buona parte di questa fiorente comunità lascerà la città dopo l’editto di Ferdinando il Cattolico nel 1492 – continua Caruso – ma una parte di essa rimarrà in città continuando ad essere fortemente legata alla tradizione e alla cultura marsalese”. ag