Partanna, 28 luglio 2020
Domani, mercoledì 29 luglio, ricorre il 37° anniversario della strage che, nel 1983, scosse profondamente Palermo e l’Italia intera con l’uccisione del Giudice Rocco Chinnici, capo dell’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo.
Con lui morirono anche due carabinieri della scorta, il maresciallo Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, ed il portiere dello stabile di via Pipitone Federico, Sig. Stefano Li Sacchi.
Queste le iniziative previste:
alle ore 9.30 deposizione di corone di fiori a Palermo nel luogo della strage, in via Pipitone Federico davanti al civico 59;
subito dopo, alle ore 9.45 sempre a Palermo, sarà celebrata la S. Messa in ricordo delle vittime della strage presso la Chiesa di San Michele Arcangelo (largo San Michele Arcangelo, in corrispondenza
dell’incrocio tra via Pipitone Federico e via Nunzio Morello).
Alle ore 11.30 a Misilmeri (PA), in piazza Rocco Chinnici, e alle ore 19 a Partanna (TP), in piazza Umberto I, saranno deposte corone di fiori.
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Quest’anno, considerata l’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus, che ha imposto la limitazione delle manifestazioni “in presenza”, nel giorno dell’anniversario verrà reso disponibile sul canale Youtube della
Fondazione Rocco Chinnici (https://bit.ly/331LK26) un documento in cui i magistrati Antonio Balsamo,
Matteo Frasca e Roberto Scarpinato, il Generale dei Carabinieri Giovanni Cataldo, il sociologo Antonio
La Spina e il giornalista Rino Cascio parlano del Giudice Chinnici, del significato del suo impegno
professionale e sociale e del contesto in cui lavorò.
Chi era Rocco Chinnici
Rocco Chinnici nasce a Misilmeri (PA) il 19 gennaio del 1925. Entra in magistratura nel 1952. Dopo un
lungo periodo di permanenza a Partanna come pretore, nell’aprile del 1966 si trasferisce a Palermo,
giudice dell’ottava sezione dell’Ufficio Istruzione del Tribunale. Dai primi anni Settanta inizia ad
occuparsi di delicati processi di mafia. Nel 1975 diviene Consigliere Istruttore Aggiunto. Quattro anni
dopo, nel 1979, è nominato Consigliere Istruttore, proprio negli anni in cui la mafia sferrava un terribile
attacco allo Stato.
Chinnici ha allora una intuizione che fa di lui un magistrato particolarmente moderno: progetta e crea,
nel suo ufficio, un gruppo di lavoro, una scelta per allora rivoluzionaria e non ancora supportata da un
apposito sostegno legislativo, dando forma a quello che sarà poi definito “pool antimafia”. Accanto a sé,
Chinnici chiama due giovani magistrati: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ed è proprio con loro che
mette in cantiere i primi atti d’indagine di quelli che si caratterizzeranno come i più importanti processi
di mafia degli anni Ottanta.
L’attività del Giudice Chinnici non si esaurisce, però, all’interno delle aule giudiziarie: è un magistrato
impegnato a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni, rivolgendosi, particolarmente, alle giovani
generazioni.
Rocco Chinnici viene ucciso il 29 luglio del 1983 all’età di cinquantotto anni, con il primo attentato che
utilizza la tecnica dell’esplosivo comandato a distanza.