Tre, ogni anno , le cerimonie della “Consegna del ventaglio” !!!
La prima presso la Sala del Mappamondo di Palazzo Montecitorio, nel corso della
quale viene consegnato un Ventaglio al Presidente della Camera dei Deputati.
La seconda presso Palazzo Giustiniani, nel corso della quale viene consegnato un
Ventaglio al Presidente del Senato La terza presso il Quirinale, nel corso della quale viene consegnato un ventaglio al Presidente della Repubblica.
La “cerimonia del ventaglio” si svolge ogni anno in vista della chiusura dei lavori
parlamentari per la pausa estiva ed è diventata ormai una consuetudine che affonda le sue radici in un episodio verificatosi nel 1893. “È l’ultima seduta, il caldo infuria. I deputati sbuffano e si fanno fresco con ventagli come le signore. Si trovano infatti riuniti nell’aula Comotto” .Quando, liberata Roma dal dominio papale la Camera si trasferì da Firenze a Roma , si pose il problema della scelta della sede di lavoro dei deputati. Fu una scelta lunga e laboriosa , e alla fine si decise per Palazzo Montecitorio che per secoli aveva ospitato la Curia Innocenziana, cioè la sede laica del potere papale. La struttura originale dell’edificio (un capolavoro ideato dal Bernini, morto però troppo presto per vedere la sua idea pienamente realizzata secondo la sua ingegnosa visione) non era funzionale: finiva in un cortile, ampio e splendido, ma del tutto inutile per le “adunanze” della Camera. Perché non incaricare allora un tecnico di progettare e realizzare in fretta, in quel cortile, un’aula provvisoria in ferro e legno? La scelta cadde sul torinese ingegner Comotto che la realizzò in pochissimo tempo e nacque così l’Aula Comotto,freddissima d’inverno e
soffocante d’estate. Il freddo fu fronteggiato con una secca e comprensiva
disposizione della Presidenza: “I Signori Deputati sono autorizzati a sedere in Aula
muniti di guanti e cappotto”. Per l’estate invece… ……Quando ancora non
esistevano i climatizzatori, ma almeno c’era l’energia elettrica, per fronteggiare il
gran caldo si ricorreva ad un ingegnoso meccanismo: solerti operai collocavano
colonne di ghiaccio sui lucernari della cupola e nei sotterranei del palazzo e, dall’alto
come dal basso, potenti ventilatori soffiavano su deputati, funzionari e giornalisti
piacevoli correnti d’aria fresca. Poi …l’aula Commotto venne demolita e Palazzo
Montecitorio venne dotato di aria condizionata. Ma torniamo a quel luglio 1893,
quando nacque la tradizione del Ventaglio, donato dai cronisti della stampa
parlamentare all’allora Presidente della Camera Giuseppe Zanardelli. In giorni di afa
opprimente – riferiva La Nazione – il Presidente aveva sopportato la fatica di lunghe
discussioni sulla legge bancaria e, scherzando,aveva apostrofato così i giornalisti
della tribuna della stampa: “Voi altri avete almeno un ventaglio che io vedo
costantemente agitare!” . Tutti i corrispondenti e rappresentanti di giornali presenti in
tribuna fecero dono allora al Presidente di un “modesto ventaglietto di carta” sul
quale avevano apposto le loro firme. Sono stati quindi, la calura estiva romana, una
bollente aula parlamentare in ferro, legno e zinco, una lunga discussione sulla legge
bancaria, le cause all’origine della cerimonia del Ventaglio . Ancora oggi i giornalisti
continuano a regalare il ventaglio ai presidenti di Camera e Senato e, dal 1992 il
dono è stato esteso anche al capo dello Stato e solo per puro caso : Scalfaro era stato
eletto all’inizio Presidente della Camera, succedendo a Nilde Iotti che aveva
presieduto l’Assemblea per tredici anni, un record. Altro e opposto record quello di
Scalfaro che venne eletto Presidente della Repubblica, (28 maggio 1992) appena un
mese dopo essere stato eletto Presidente della Camera (dal 24 aprile al 25 maggio
1992), in quella situazione di emergenza democratica determinata dal massacro del
giudice Falcone, di sua moglie e della scorta. Anche se Presidente della Camera solo
per un mese, non toccava anche Luigi Scalfaro il ventaglio? E ventaglio fu. E
siccome cosa fatta capo ha… Dal 1993, il ventaglio viene regalato anche al
Presidente della Repubblica. Analoga cerimonia si tiene in agosto, a Palermo, per il
Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana.. Sui ventagli, fino al’anno scorso, non
ci sono state più le firme dei cronisti. Non solo perché essi non vanno più in tribuna
ma anche perché i giornalisti “stanziali” sono ormai più di quattrocento e ci vorrebbe
non un ventaglio ma un lenzuolo per raccoglierne le firme. Né si tratta più di
“ventaglietti di carta” come accadde la prima volta : prima erano preziosi esemplari
del settecento e dell’ottocento , oggi sono le Accademie e gli Istituti d’arte a
prepararli per il Concorso appositamente indetto ogni anno . Gli studenti propongono
bozzetti, i giornalisti scelgono. Gli studenti vincitori vengono premiati nel corso delle
tre cerimonie. Quest’anno , a causa del coronavirus, non si è potuto indire il concorso
e allora i ventagli riportano nuovamente solo le firme di tutti i giornalisti dell’Asp,
proprio come accadde la prima volta , nel 1893. L’’idea di tornare alle origini , è stata
del segretario dell’Associazione stampa parlamentare Adalberto Signore. Certamente
quest’anno questi ventagli saranno costati di meno , avranno richiesto meno impegno,
ma sono tornati ad avere, come all’ origine, un valore simbolico , come del resto
anche le tre cerimonie che si stanno svolgendo senza eccessivi festeggiamenti come
la situazione sanitaria richiede. Il coronavirus non ha sconvolto solo la vita politica ed
economica del Paese, ma ha anche modificato molti cerimoniali che sapevano un po’
di “ cerimoniali di corte” .
(Le foto si riferiscono alle cerimonie del 2019)
Francesca La Grutta