Il testo caustico e corrosivo di ‘This is racism’, il video diretto da Francesco Imperato e interpretato da Alessio Piazza (Paternò nella serie ‘Il giovane Montalbano, ma numerosissime altre sono le esperienze teatrali, televisive e
cinematografiche del valentissimo attore e regista marsalese) contiene molte verità storiche e altrettante verità del presente.
Parole brucianti che penetrano nelle coscienze individuali e in quella collettiva, svelando in un istante l’anima nera non solo dell’Occidente, ma dell’uomo in sé. Il tema del razzismo è vasto, sotterraneo, carsico. Piacerebbe a tutti che
continuasse a scorrere nascosto, sepolto sotto la superficie delle certezze scintillanti e delle edulcorazioni pacificanti ma evasive delle società contemporanee. Piacerebbe a tutti che continuasse a nutrirsi di amnesie e di censure.
La memoria e la storia non aiutano mai a mantenere le coscienze tranquille, tantomeno pulite, perché portano con sé un tema odioso collegato profondamente al razzismo: quello della colpa. Invece Alessio Piazza, Francesco Imperato e tutti
gli autori del video, si oppongono al carsismo della memoria e della storia e fanno affiorare le verità più scomode, con un ghigno sferzante e impietoso che si staglia davanti alla bellezza del mare e alla luce del sole.
Il video, liberamente ispirato ad un articolo di Alessandro Giglioli, pubblicato su l’Espresso nel giugno 2015, pone chi lo guarda di fronte al passato del ‘Nord del mondo’, anzi di fronte al suo ‘primitivismo’, le cui propaggini, però, arrivano
dritte alla cronaca di oggi e al formulario del lessico politico contemporaneo: il colonialismo, lo sfruttamento, lo schiavismo, il sangue e la violenza di ieri non sono, dunque, il capitolo chiuso di un manuale scolastico, ma i frammenti
ancora vivi di un’identità che non cambia.
“È stato emozionante da politico laido e cinico, con un sorriso beffardo, – spiega Alessio Piazza – accogliere un barcone di migranti appena sbarcato, approfittare per rispolverare la memoria storica italiana, a volte dimenticata o ignorata nei
banchi scolastici, di chi dell’Africa non ha capito nulla, perché è davvero un’altra cosa. Ho provato a lanciare le mie parole oltre quel mare all’orizzonte, spesso trasformato in una fredda lapide azzurra”.
Il punto su cui il video fa riflettere è, in fondo, proprio questo: il razzismo non è un fenomeno di cui parlare, ma un comportamento che ha sempre un volto, un corpo, una carne. Un’anima no: quella si è persa in chi respinge il diverso
per una ragione qualsiasi. C’è di più: come suggerisce la regia di Francesco Imperato, si tratta di un comportamento che
va inquadrato da lontano, quando quell’uomo che respinge un altro uomo potrebbe sempre essere ‘un altro’, non ‘io’. Poi, lentamente, progressivamente, invece, qualcuno mette meglio a fuoco, si insinua, si avvicina.
E alla fine si scopre che quell’uomo che, per una ragione qualsiasi, respinge un altro uomo sono proprio ‘io’, non ‘un altro’.
This is racism.
F.S.
THIS IS RACISM
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Regia Francesco Imperato
Scritto da Matilde Castagna, Francesco Imperato e Matteo Liuzzi
Fotografia Flavio Toffoli
Aiuto produzione Roberto Ghislandi e Gaia Sanfedele
Musica Francesco Fantini
Line producer Mati Blu
Produzione golemhub.com