No a un’Italia a doppio binario. No a una Sicilia a scartamento ridotto. I toni erano duri, le parole chiarissime. Durante la conferenza stampa che si è svolta ieri, il Presidente della Regione Nello Musumeci, sul tema infrastrutture,
ha invocato il ‘metodo Morandi’ e non ha usato mezzi termini. La Regione Sicilia è pronta a chiedere ad Anas i danni economici e di immagine provocati all’Isola per la mancata manutenzione delle strade e per i decennali ritardi
accumulati nella realizzazione delle opere che le competono.
“Abbiamo atteso due anni e mezzo – ha dichiarato il Presidente Musumeci – sperando che qualcosa cambiasse, invece ci siamo resi conto che il tempo trascorso è stato inutile: l’Anas è vergognosamente inadempiente nei confronti della Sicilia e non ha rispettato le varie norme contrattuali che disciplinano il nostro rapporto. Opere affidate all’Anas per
essere realizzate, direttamente o indirettamente, rimangono ferme da decenni senza fare, in alcuni casi, neppure un piccolo passo in avanti. Eppure sono di straordinario interesse come l’autostrada A19 Palermo-Catania, con la
telenovela del pilone del viadotto del fiume Himera, la Caltanissetta-Agrigento o la Palermo-Agrigento”. “Si tratta – ha aggiunto il Governatore – di una condotta disarmante. Non è possibile che la mia regione debba essere
trattata come se fosse una terra coloniale. E’ chiaro che è venuto meno il rapporto di fiducia e non escludiamo, dopo l’incontro con il Ministro delle Infrastrutture, di mettere in discussione anche l’accordo quadro. L’Anas per noi è una
zavorra e qui in Sicilia ha consacrato il suo fallimento, la sua inefficienza e la sua incapacità di rispondere ai propri compiti istituzionali”.
La Giunta di Palazzo Orleans – ha anticipato Nello Musumeci – delibererà tre atti: l’azione di risarcimento, la nomina di un commissario straordinario per la viabilità provinciale e quella di un commissario straordinario per il completamento
di dieci infrastrutture considerate strategiche.
“Finché è stato possibile – ha sottolineato il Presidente Musumeci – abbiamo collaborato ma adesso non è più tempo di tacere. Questo dramma va affrontato e risolto nel giro di cinque anni”.
E sulle strade provinciali, Musumeci ha ricordato che “da quando le Province sono state commissariate nel 2014, oltre il 50 per cento di queste arterie è chiuso al traffico mentre la restante parte si presenta in condizioni di assoluta
insicurezza. Il Ministro delle Infrastrutture è stato qui venti mesi fa rendendosi conto di persona della nostra situazione d’emergenza e chiedendoci di indicare il nome di un commissario. Abbiamo proposto l’ingegnere Gianluca Ievolella
ma, ad oggi, da Roma non è arrivato nessun segnale. E le strade continuano a non consentire la mobilità in sicurezza di persone e merci. La Regione, nonostante si tratti di interventi che competono agli enti intermedi, ha destinato
duecento milioni di euro alla loro manutenzione. Servirebbe però – ha aggiunto – un miliardo e mezzo di euro per rimettere in sesto tutte quelle che collegano un Comune a un altro Comune”.
Presente alla conferenza stampa anche l’Assessore alle Infrastrutture Marco Falcone, in piena sintonia con l’analisi e la diagnosi del Governatore Musumeci.
L’Assessore Falcone ha parlato di “inaccettabili lungaggini per realizzare gli studi di fattibilità o, come nel caso della circonvallazione di Gela, il progetto esecutivo, pronto solo qualche settimana fa nonostante l’opera fosse stata finanziata nel 2003”.
“C’è un ponte Morandi a Genova e un ponte Himera in Sicilia: col Patto per il Sud abbiamo stanziato risorse e metà del ponte è ancora chiuso al traffico e se non verrà completato entro il 2022 dovremo restituire svariati milioni di euro
all’Europa, cosa che rappresenterebbe un danno enorme”.
Ma le analisi e le diagnosi si fanno con i numeri. “L’Anas – ha ricordato l’Assessore alle Infrastrutture – gestisce 4.500 chilometri, oltre il 27 per cento della rete viaria. Se questa rete non viene mantenuta e curata siamo veramente alla
frutta. Abbiamo dato all’Anas 540 milioni di euro, che non sono stati spesi e che si vanno ad aggiungere al miliardo e 600 milioni che già avevano. Così non può andare ed ecco perché chiediamo il commissariamento di dieci opere
affinché la Regione Siciliana possa essere messa nelle condizioni di metterci la faccia”.
Immediata la replica di Anas, che ha emanato dopo poche ore un comunicato di risposta alle dichiarazioni rese in conferenza stampa dal Governatore Musumeci e dall’Assessore Falcone.
“L’Anas – si legge in una nota – si vede costretta a replicare alla Regione Siciliana per l’ennesimo attacco ingiustificato e privo di rispondenza ai fatti reali. L’attacco, peraltro, risulta sorprendente alla luce della costante azione
informativa che Anas dedica alla Regione su tutte le attività aziendali nell’isola e sulle criticità che gestisce quotidianamente con grande impegno. Il lavoro svolto da Anas e la dedizione dei suoi dipendenti non può essere
vanificato da notizie prive di fondamento e lesive dell’immagine aziendale”.
“Gli interventi in manutenzione programmata – spiega Anas – ammontano ad oltre 1,5 miliardi. Dal 2018 ad oggi Anas ha approvato e finanziato 293 progetti, per un investimento complessivo di 574 milioni di euro. Complessivamente
sono stati conclusi 134 cantieri per 264 milioni di investimento e sono stati avviati 193 nuovi cantieri, per un investimento di 358 milioni”.
“La produzione complessiva per lavori di manutenzione programmata è stata di circa 65 milioni nel 2017 – spiega
ancora Anas – 85 milioni nel il 2018 e altrettanto nel 2019, triplicando la produzione media degli anni 2014-2016. Tra i
principali cantieri ultimati possiamo citare i viadotti Morello, Cozzo Rocca, Mulini, sull’A19, la galleria Segesta sull’A29,
i lavori di ripristino degli impianti di illuminazione, ventilazione e di sicurezza sull’autostrada Catania-Siracusa, il
viadotto Petrulla sulla SS626 dir, i viadotti Belice e Verdura sulla SS115, il consolidamento del ponte Cinque Archi
sulla SS121, il risanamento del viadotto Morello sulla SS122. Oltre la metà degli interventi attualmente in corso è
operativa su cantieri di autostrade in gestione diretta Anas, per circa 130 milioni di euro e, di questi, larga parte sono
assorbiti dall’autostrada A19 “Palermo-Catania” per la quale è in corso, come noto, un piano di investimenti da oltre
850 milioni di euro.
“Ad oggi, lungo l’A19, è stata realizzata una quota di investimento corrispondente a circa 208 milioni di euro –
prosegue l’Anas – Per quanto riguarda la ricostruzione del viadotto Imera, – che, è bene ricordarlo, fu danneggiato a
causa di un movimento franoso che la Regione avrebbe dovuto monitorare, contenere e mitigare, e per il quale Anas
si riserva di adire le vie legali nei confronti della stessa Regione – gli interventi in corso, per un investimento
complessivo pari a 11 milioni di euro, sono in dirittura d’arrivo con ultimazione prevista in estate, in ritardo di qualche
mese rispetto al cronoprogramma originario per cause che sono assolutamente indipendenti dalla volontà di Anas“.
“Come spiegato svariate volte – conclude la nota – il paragone con i tempi di realizzazione del viadotto Morandi di
Genova non ha alcun senso, poiché quest’ultimo ha potuto beneficiare di procedure commissariali in deroga alle
procedure ordinarie, oltre che di un costo al metro quadrato pari a 2,5 volte quello sostenuto per la realizzazione del
ponte Imera“.