C’è un grosso problema ancora poco indagato, ma che comincia a farsi largo man mano che ci liberiamo dai divieti.
Il rapporto che ci lega agli spostamenti somiglia sempre di più ad una matrioska: prima occorre superare la soglia di casa, e questo l’abbiamo fatto. Il passo successivo è recarsi a casa dei “congiunti”. Anche questo livello sembra raggiunto. Dopodiché occorre capire se, ed in che modo, sia possibile muoversi liberamente nel territorio della Regione, cioè da comune a comune. Quando avremo guadagnato anche questo “ramo di spirale” verrà da chiedersi: come ci sposteremo da regione a regione?
E’ superfluo sottolineare che il mezzo di trasporto più usato per guadagnare le coste del continente è l’aereo. Che, tuttavia, sconta un problema enorme in punto di Coronavirus: la carlinga non consente quel distanziamento sociale necessario per attutire le possibilità di contagio.
Il problema se lo pone sopratutto RyanAir, vettore che – grazie alla sua politica di “compressione del passeggero” – è riuscito ad abbattere i costi (prima proibitivi) del biglietto aereo. Il suo vulcanico CEO, il Sig. Michael O’Leary, ha avvertito: “Se ci obbligano a lasciare posti vuoti, non voliamo più”. E aggiunge: “Non possiamo avere profitti con un tasso di riempimento del 66%. Anche se lo fai poi il posto vuoto non fornisce alcun distanziamento sociale, quindi è una specie di idea idiota che non ottiene comunque nulla”.
Il problema assume contorni sempre più foschi, se si prende coscienza del fatto che proprio RyanAir è stata la compagnia che più di tutte ha scaricato in Sicilia – è proprio il caso di dirlo – vagonate di turisti da tutta Europa.
Volare “socialmente distanziati”, cioè comodi, è roba da business class. Il rischio, quindi, è che potrà imbarcarsi solo chi se lo può permettere. Il Sole24Ore ha calcolato che – rispettando le norme sul massimo distanziamento possibile – il presso di ogni biglietto vedrà un aumento del 49%. Percentuale, questa, che consentirà di assicurare i margini necessari per far sbattere le ali alle compagnie aeree.
Sembra davvero arrivato il momento di parlare – e seriamente – di continuità territoriale. L’isolamento della Sicilia (Regione che conta al suo interno ben 5 milioni di abitanti) è un costo che l’Italia non può permettersi.